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Agriturismo - Centro Ippico
"MASSERIA FORTIFICATA BELLANOVA"
Loc.: Porto Cesareo (LE) - 73010
Tel.: (+39).0833.1821891
Cell.: (+39).334.7429414-320.4824826
Fax.: (+39).0833.1821894
Email: jostrafel@libero.it
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Area Marina Protetta
Il porto naturale di Porto Cesareo si trova nel golfo di Taranto, tra Gallipoli e Taranto, lungo la costa salentina
Come si raggiunge:
Percorrendo la statale 101 Lecce - Gallipoli si imbocca la deviazione per Nardò; quindi si prosegue lungo la statale 174 in direzione di Porto Cesareo. In alternativa, Porto Cesareo si raggiunge attraverso la litoranea che collega Taranto a Gallipoli.
La Riserva Marina:
L'area protetta di Porto Cesareo è stata istituita ufficialmente il 12 dicembre 1997, con il Decreto del Ministro dell'Ambiente pubblicato il 24 febbraio del 1998.
Porto Cesareo dista solo 500 m dalla costa e si affaccia sull'Isola Grande, detta anche Isola dei Conigli.
L'area protetta ha un'estensione di circa 17.157 ettari, interessa i comuni di Porto Cesareo e di Nardò, entrambi della Provincia di Lecce, e la sua gestione è affidata alla Capitaneria di Porto di Gallipoli.
La riserva marina è stata suddivisa in tre zone a diverso grado di tutela ambientale.
Le Regole del Parco:
Zona A
E’ vietato:
l'asportazione anche parziale ed il danneggiamento delle formazioni geologiche e minerali;
la navigazione, l'accesso e la sosta con navi e natanti di qualsiasi genere e tipo, escluse le imbarcazioni di servizio con compiti di sorveglianza e soccorso e quelle d'appoggio ai programmi di ricerca scientifica nei modi esplicitamente autorizzati dall'ente di gestione della riserva;
la pesca sia professionale che sportiva con qualunque mezzo esercitata,
la caccia, la cattura, la raccolta, il danneggiamento e, in genere, qualunque attività che possa costituire pericolo e turbamento delle specie animali e vegetali, ivi compresa l'immissione di specie estranee;
l'alterazione con qualunque mezzo, diretta o indiretta, dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche biochimiche dell'acqua, nonché la discarica di rifiuti solidi e liquidi e, in genere, l'immissione di qualunque sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le caratteristiche dell'ambiente marino,
l'introduzione di armi, esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura nonché sostanze tossiche o inquinanti;
le attività che possono comunque arrecare danno, intralcio o turbativa alla realizzazione dei programmi di studio e di ricerca scientifica da attuarsi nell'area.
La navigazione nella fascia di mare prospiciente la suddetta area, per una larghezza di circa 1.000 metri a partire dal confine dell'area protetta, dovrà essere effettuata ad una velocità massima di dieci nodi.
Zona B riserva generale
In tale zona sono consentiti:
l'accesso e la navigazione purché effettuati a velocità non superiore ai 10 nodi;
la navigazione alle imbarcazioni di servizio con compiti di sorveglianza e soccorso, a quelle d'appoggio ai programmi di ricerca scientifica, nonché a quelle per la fruizione, nei modi esplicitamente autorizzati dall'ente gestore della riserva;
l'accesso a motore alle imbarcazioni per l'esercizio della pesca professionale ai pescatori espressamente autorizzati dall'ente gestore dell'area marina protetta con mezzi selettivi autorizzati dal medesimo ente;
la balneazione;
le attività subacquee compatibili con la tutela delle specie viventi e la conservazione dei fondali (fotografia, riprese, turismo subacqueo, ecc.);
il prelievo di organismi e minerali per motivi di studio, esplicitamente autorizzato dall'ente gestore;
l'attività di pesca sportiva con canna e senza mulinello con lenza da fermo.
In quest'area sono vietati:
l'ancoraggio;
la pesca subacquea;
la caccia, la cattura, la raccolta, il danneggiamento e, in genere, qualunque attività che possa costituire pericolo o turbamento delle specie animali e vegetali, ivi compresa l'immissione di specie estranee;
l'alterazione con qualunque mezzo, diretta o indiretta, dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche biochimiche dell'acqua, nonché la discarica di rifiuti solidi e liquidi e, in genere, l'immissione di qualunque sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le caratteristiche dell'ambiente marino,
l'introduzione di armi, esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura nonché sostanze tossiche o inquinanti;
le attività che possono comunque arrecare danno, intralcio o turbativa alla realizzazione dei programmi di studio e di ricerca scientifica da attuarsi nell'area.
Zona C riserva parziale:
In tale zona sono consentiti:
l'accesso e transito ad imbarcazioni dotate o meno di motore purché osservino una velocità non superiore a dieci nodi per raggiungere le zone di ormeggio regolamentato;
l'accesso alle imbarcazioni di servizio con compiti di sorveglianza e soccorso ed a quelle d'appoggio ai programmi di ricerca scientifica e di fruizione nei modi esplicitamente autorizzati dall'ente gestore della riserva;
l'esercizio della pesca professionale, con i mezzi selettivi autorizzati dall'ente gestore dell'area marina protetta;
l'ormeggio alle strutture galleggianti ed a quelle fisse a terra appositamente predisposte dall'ente gestore, con particolare riferimento all'area compresa tra la Penisola della Strega e la terraferma;
la balneazione;
le attività subacquee compatibili con la tutela delle specie viventi e la conservazione dei fondali (fotografia, riprese, turismo subacqueo, ecc.);
il prelievo di organismi e minerali per motivi di studio, esplicitamente autorizzato dall'ente gestore;
la pesca sportiva con sole lenze e canne da fermo anche effettuata da riva.
In quest'area sono vietati:
l'ancoraggio;
l'ormeggio non regolamentato;
la pesca subacquea;
la caccia, la cattura, la raccolta, il danneggiamento e, in genere, qualunque attività che possa costituire pericolo o turbamento delle specie animali e vegetali, ivi compresa l'immissione di specie estranee;
l'alterazione con qualunque mezzo, diretta o indiretta, dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche biochimiche dell'acqua, nonché la discarica di rifiuti solidi e liquidi e, in genere, l'immissione di qualunque sostanza che possa modificare, anche transitoriamente, le caratteristiche dell'ambiente marino;
l'introduzione di armi, esplosivi e di qualsiasi mezzo distruttivo o di cattura nonché sostanze tossiche o inquinanti;
le attività che possono comunque arrecare danno, intralcio o turbativa alla realizzazione dei programmi di studio e di ricerca scientifica da attuarsi nell'area.
I Fondali:
Caratterizzati da un ambiente sub - tropicale, i fondali presentano organismi animali molto particolari e tipici dei mari caldi. A brevissima distanza dalla costa e a profondità minime si trova il coralligeno, con una discreta presenza di madreporari. Coloratissimi nudibranchi ed il gasteropode Mitra zonata, la cui conchiglia è molto ricercata e considerata una vera rarità dai collezionisti, popolano i fondali del parco. L'integrità dei fondali è testimoniata dal recente avvistamento di alcuni giovani esemplari di Caretta caretta, che è ormai una rarità in Italia peninsulare.
Il paesaggio:
Il litorale della riserva di Porto Cesareo è molto frastagliato e vario: spiagge sabbiose si alternano alle spianate calcaree dei terrazzi, intervallati da golfi, insenature, speroni rocciosi, scogli ed isolotti, come l'Isola Grande situata di fronte al porto. La duna costiera ospita una fitta vegetazione arbustiva; il giunco marittimo e la macchia mediterranea sono i popolamenti vegetali più diffusi, che complessivamente annoverano qui ben 200 diverse specie, tipiche dell'ambiente costiero. Particolarmente importante la presenza del limonio salentino, pianta tipica del litorale pugliese.
Altrettanto interessante la fauna, contraddistinta da una notevole varietà e da numerosi endemismi.
La Storia:
Il lungo tratto di mare che va da Torre S. Isidoro a Torre Lapillo è ricchissimo di reperti archeologici, appartenenti all'età del bronzo.
La costa fu nel corso dei secoli sottoposta alle scorrerie musulmane, soprattutto in seguito alla presa di Otranto del 1480. Per questo motivo tra gli anni 1532 e 1537 furono costruite delle torri difensive di forma circolare. Tra il 1560 e il 1568 ne furono edificate altre a forma quadrangolare, che ancora oggi caratterizzano il paesaggio costiero.
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